Per Leopardi l’uomo che vive con autenticità la propria esistenza non può recedere dalla condizione di ricerca e di domanda di felicità. Volersi bene e voler il proprio bene coincidono con questa domanda inesausta. Soltanto una rinuncia al proprio bene potrebbe portare l’uomo a non domandare più e a percepire meno il pungolo della noia, dell’insoddisfazione, del “desidero pieno”. Verrebbe così meno quella percezione dell’ “oltranza” così ben descritta da Montale nella poesia “Maestrale”, appartenente a Ossi di seppia:
“S’è rifatta la calma
nell’aria: tra gli scogli parlotta la maretta.
Sulla costa quietata, nei broli, qualche palma
a pena svetta.
Una carezza disfiora
la linea del mare e la scompiglia
un attimo, soffio lieve che vi s’infrange e ancora
il cammino ripiglia.