altLa bellezza educa, cambia, muove. Ritorniamo allora alla bellezza, giunti ormai alla fine di questo percorso. Chiediamoci: essa è un optional nella vita dell’uomo o ha un rilievo centrale? Dostoevskij nell’Idiota arriva ad affermare che “Il mondo sarà salvato dalla bellezza”. Lo scrittore russo scrive, poi, nei Demoni: “Io dichiaro che Shakespeare e Raffaello stanno più in alto della liberazione dei contadini, della chimica, quasi più in alto dell’umanità intera, perché sono il vero frutto dell’umanità intera”. Papa Giovanni Paolo II spiega una simile affermazione dicendo nella lettera agli artisti del 1999 che lo stupore per la bellezza porta quell’entusiasmo che permette sempre di rialzarsi e di ripartire. Un personaggio del film “Le vite degli altri” esclama: “Come si fa ad essere cattivi dopo aver ascoltato questa musica”.

La bellezza vera cambia, educa, muove. Scrive s. Giustino, martire e filosofo: “Tutto il bello ci interessa. Il cristianesimo è la manifestazione storica e personale del Logos nella sua totalità. Ne consegue che tutto ciò che di bello è stato espresso da chiunque appartiene a noi cristiani”.

La bellezza dei santi. La bellezza già redime fin da ora. Pensiamo alla bellezza dei santi. S. Ireneo scrive che “la gloria di Dio è l’uomo vivente”. C. Moeller attesta che “la bellezza della Commedia è superata solo dalla bellezza dei santi”. Pensiamo alla figura di Marguerite Baranktise, al suo sguardo luminoso. Lei che ha visto in faccia la morte, che ha visto morire tanti cari, ha aperto un orfanotrofio che ha ospitato più di diecimila bambini. Papa Giovanni Paolo II nell’enciclica Veritatis splendor scrive: 

Lo splendore della verità rifulge in tutte le opere del Creatore e, in modo particolare, nell’uomo creato a immagine e somiglianza di Dio (cf Gn 1,26): la verità illumina l’intelligenza e informa la libertà dell’uomo, che in tal modo viene guidato a conoscere e ad amare il Signore. Per questo il salmista prega: «Risplenda su di noi, Signore, la luce del tuo volto» (Sal 4,7).

Quanti esempi fulgidi di volti luminosi della grazia del Signore, lieti in Cristo ci offre la vita!

La bellezza del Cristo e della Madonna. In Cristo l’umanità intera è redenta, l’intera creazione è redenta. “Io faccio nuove tutte le cose” si dice di Cristo nell’Apocalisse. L’uomo stesso è redento, il suo io frantumato è ricomposto e risanato, come disse Pirandello nell’intervista del 1936 a Carlo Cavicchioli. In Lui accade che un popolo possa dedicare il proprio tempo libero per edificare una cattedrale. Pensiamo che una recente ricerca ha messo in luce che l’84 per cento dei soldi a disposizione per la costruzione del Duomo di Milano provenivano da poveri lavoratori (tra cui anche molte prostitute).

Cristo è carità nella verità, verità nella carità. Cristo ci affascina con la sua bellezza. La bellezza permette di tenere insieme verità e carità, di far sì che non vengano separate: verità senza carità comporterebbe selezione e un atteggiamento intransigente, carità senza verità si traduce in buonismo. Cristo è bello, buono e vero.

Cristo ha già trionfato sul male e sulla morte, anche se il mysterium iniquitatis permarrà fino alla fine dei tempi e fino ad allora Dio ha bisogno degli uomini (cioè chiede la nostra adesione al bene, al bello e al vero), fino al trionfo definitivo del Giudizio universale. Abbiamo presso la Madonna un grande intercessore presso il Figlio: “Ad Jesum per Mariam” scrive s. Bernardo. Dante sottoscrive:

Qui sei a noi meridiana face

Di caritade e giuso infra i mortali

Sei di speranza fontana vivace.