L’11 febbraio 2014 cade il primo anniversario di uno degli avvenimenti più sconvolgenti nella storia della Chiesa, l’annuncio della rinuncia al ministero petrino da parte di Benedetto XVI. Molti giornali – in tutto il mondo – moltiplicano le interpretazioni «complottiste», tirando in ballo i soliti oscuri disegni di cardinali, lo IOR e i preti pedofili.
Non voglio escludere che uno o più dei temi evocati abbia influito sulla decisione di Benedetto XVI. Ma mantengo l’interpretazione che proponevo su queste colonne un anno fa. Da una parte, non capisco perché si debba dare per forza del bugiardo a Papa Ratzinger quando ci ha spiegato che, in coscienza, riteneva le sue forze fisiche non più adeguate al gravoso compito di guidare la Chiesa, ricordando che da teologo aveva sempre sostenuto che oggi la macchina della Chiesa Cattolica è così complessa che un Papa non più nel pieno delle forze, piuttosto che delegarne ad altri la direzione, dovrebbe dimettersi.